Impariamo a "fare i cinesi": Come l’Europa può affrontare la sfida delle auto elettriche
Se c’è una lezione che possiamo imparare dai cinesi, è quella di giocare d’anticipo. Oggi, le auto elettriche “made in China” stanno invadendo i nostri mercati, mentre Bruxelles cerca di arginare la situazione con negoziati e possibili dazi. Ma attenzione: queste misure rischiano di arrivare tardi e di essere poco efficaci. Allora, perché non imparare dai migliori e "fare i cinesi"?
### La Strategia di Pechino: Costruire Fabbriche All’Estero
Quando il Giappone degli anni ‘80 si trovò di fronte a barriere commerciali, rispose con astuzia: costruì fabbriche nei paesi che imponevano dazi, creando posti di lavoro locali e generando ricchezza. La Cina potrebbe presto seguire questo modello, aprendo stabilimenti in Europa per aggirare le nostre difese. E se ci riuscisse, la sua presenza potrebbe persino aumentare, visto che porterebbe benefici tangibili, come l’occupazione locale.
### Copiamo dai Cinesi: Joint Ventures e Condivisione Tecnologica
Dovremmo accogliere gli investimenti cinesi, ma ponendo una condizione fondamentale: "Potete venire a produrre da noi, ma solo se vi associate con partner europei e condividete il vostro know-how tecnologico". È esattamente ciò che la Cina ha fatto per decenni con le aziende straniere. Chi voleva entrare nel mercato cinese doveva creare una joint venture e condividere i propri segreti industriali.
### Come la Cina è Diventata una Potenza Industriale
Questo approccio ha permesso alla Cina di recuperare rapidamente il ritardo tecnologico, costruendo “campioni nazionali” che hanno saputo attingere dalle competenze estere. Oggi, molte di queste aziende sono diventate leader nei loro settori, come l’automobile elettrica. Hanno "barato all’anti-doping", beneficiando di sussidi statali, ma con una strategia lungimirante e determinata.
### È Ora di Giocare la Partita con Le Stesse Regole
Nel settore delle auto elettriche, ad esempio, molte case automobilistiche europee sono in ritardo. Quindi, è giunto il momento di applicare la reciprocità: se la Cina vuole investire qui, deve condividere il suo know-how con noi, proprio come noi siamo stati costretti a fare con loro. Così facendo, l’Europa potrebbe recuperare terreno e, chissà, imparare a "fare i cinesi", giocando la partita con astuzia e senza paura.
Alla fine, il miglior modo per rispondere alla sfida cinese non è chiudersi, ma aprire le porte... con condizioni. Così, possiamo proteggere la nostra industria e, allo stesso tempo, crescere più forti.