Come ogni buon abito realizzato in sartoria, all’inizio è necessaria un po’ di pazienza per prendere le misure, scegliere la stoffa e definire lo stile. Poi bisognerà fare le diverse prove prima di cucire definitivamente la stoffa, ma il risultato è che l’abito si adatta alla persona e non viceversa.
Idem nel processo di diversificazione finanziaria.
Prendere le misure della persona significa comprendere come sinora ha cercato di risolvere, in autonomia o con l’aiuto di qualche istituzione, i vari aspetti che riguardano il patrimonio.
Costruito il quadro complessivo dello stato attuale, aiutare a pre-vedere i possibili scenari futuri che riguardano l’evoluzione della vita del singolo e della sua famiglia.
Alla luce di tutto questo valutare quanto di buono c’è già e quanto invece può essere migliorato o addirittura risulti un’area scoperta.
Se il lavoro viene fatto bene, nasce quella alleanza di cervelli che mette il cliente in grado di capire cosa sta facendo e perché lo sta facendo; e il consulente finanziario non è più una controparte, un venditore, ma un vero e proprio alleato come lo è il commercialista o l’avvocato, cointeressato al buon esito delle operazioni che saranno attuate.
Questa azione collettiva non si esaurisce con un unico atto iniziale ma diviene un accompagnamento che prosegue durante tutta la vita e costituisce un rapporto che va oltre il semplice rapporto cliente-consulente perché il patrimonio passa di generazione in generazione e molto frequentemente il consulente finanziario, avendo il quadro complessivo della situazione, assume il ruolo di coordinatore, di cerniera, di snodo fondamentale, che permette al cliente di ottimizzare l’intervento delle altre figure professionali di cui si avvale; tipicamente il commercialista, il notaio, l’avvocato e il fiscalista.
Il consulente finanziario diventa un vero e proprio Mentore che aiuta il cliente ad affrontare al meglio queste tematiche e a decidere la strada migliore da percorrere, mettendo al servizio del cliente tutta la propria esperienza.
Capisci perché sostengo che la frontiera efficiente di Markowitz c’entra poco o in maniera molto marginale con l’attività del consulente finanziario?