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Rappresentazione visiva dell'articolo: La diversificazione - in parole semplici (1)

La diversificazione - in parole semplici (1)

Giovanni Vaona

29 novembre 2020

Una maga della diversificazione è sicuramente mia zia Maria. Con uova e farina prepara dei pranzi fantastici. Li combina in tutte le maniere. 

Dagli antipasti al dolce puoi star sicuro che la base è sempre quella. Poi variano gli ingredienti che si accompagnano alle uova e alla farina. E naturalmente cambiano anche i tempi di cottura. 

Credo che il suo segreto sia un mix di fantasia e teatralità, studia ogni particolare su come presentarli e i tempi sono perfetti: al momento giusto arriva la pietanza giusta, mai una torta bruciata, mai una pasta scotta. Cara zia Maria, che arte hai imparato. Eh sì, diversificare è un’arte. Anche in ambito finanziario.

Qui ti parlerò della diversificazione vista dalla parte del cliente, e sarò probabilmente una voce fuori dal coro rispetto alla maggioranza dei miei colleghi.

Quando nel mio ambiente di specialisti del risparmio si parla di diversificazione di un portafoglio si fa principalmente riferimento al premio Nobel Harry Markowitz, che nel 1952 presentò la sua teoria di gestione di un portafoglio efficiente. 

In sintesi “meglio non tenere tutte le uova in un solo paniere”. Si parla in genere di decorrelazione fra i titoli e si riempiono i clienti di grafici e depliant. Io sostengo che questa diversificazione non è compito del cliente o del consulente, è un compito dei gestori.

Più semplicemente, la zia Maria non si deve preoccupare di come viene prodotta la farina o come vengono alimentate le galline. Se le uova sono buone le compra altrimenti ne compra delle altre, idem per la farina.

La vera diversificazione che compete al cliente e al consulente è la diversificazione temporale, cioè lo stabilire un’alleanza di cervelli fra i due per definire quali flussi finanziari saranno necessari nel tempo e per quali scopi, e concordare il grado di libertà da mantenere per compiere le correzioni più opportune da introdurre al variare delle condizioni personali o di mercato.

Si tratta di un lavoro quasi sartoriale.

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